Il Gruppo IVS (International Vending Services) è leader in Italia e secondo operatore in Europa nel settore dei distributori automatici di bevande e snack. Fondato nel 1972, gestisce oltre 290.000 distributori, servendo clienti privati, enti pubblici e luoghi di transito. La mission del gruppo è incentrata sull’innovazione, sostenibilità e attenzione al consumatore. Il Gruppo IVS persegue una strategia di crescita e sviluppo internazionale, confermando la sua eccellenza nel settore del foodservice.
Facendo riferimento al IVS sustainability report 2022 abbiamo:
- Totale 24.000 tCO₂e
- 16.550 tCO₂e Scope 1
- 7.500 tCO₂e Scope 2
Premessa
I bilanci di sostenibilità seguono una categorizzazione specifica delle emissioni di gas serra (GHG) basata sugli “Scope”. Per comprendere come le emissioni di uno specifico “Scope” possono essere compensate o ridotte attraverso azioni in un altro “Scope”, è utile esaminare cosa rappresentano questi “Scope”.
- Scope 1: Emissioni dirette. Queste sono le emissioni generate direttamente dall’entità che redige il bilancio, come quelle provenienti dalla combustione di carburanti fossili, processi industriali o veicoli di proprietà dell’organizzazione.
- Scope 2: Emissioni indirette dall’energia acquistata. Queste emissioni sono prodotte nella generazione di energia elettrica, calore o vapore acquistati e consumati da un’entità.
- Scope 3: Altre emissioni indirette. Queste sono le emissioni che non rientrano negli Scope 1 e 2 e che provengono da fonti non possedute o controllate dall’entità, come quelle derivanti dalla catena di fornitura, dai viaggi d’affari, dal trasporto e distribuzione dei prodotti, e così via.
IVS e il Percorso verso la Carbon Neutrality: gli Scenari Possibili Analizzati
La Carbon Footprint di IVS Group è generata:
- prevalentemente dal gasolio per auto-trazione utilizzato dalla flotta di autoveicoli utilizzati per il refilling delle 250.000 apparecchiature di vending distribuite sul territorio. Tali automezzi sono dotati di impianti di refrigerazione per il trasporto del fresco e viaggiano a pieno carico. Per questi motivi non è ipotizzabile a breve il passaggio ad autoveicoli a minor impatto.
- Energia elettrica utilizzata nelle sedi aziendali e dalla macchine del vending distribuite sul territorio. IVS ha installato impianti fotovoltaici a saturare gli spazi di copertura delle sedi.
Sono possibili 3 Scenari
il primo è il costo annuale di compensazione.
Gli altri 2 scenari sono progetti di investimento ad alto rendimento.
Scenario 1: compensazione annuale con Crediti di Carbonio di origine forestale
Qual è una stima del costo di compensazione di 25.000 tCO₂e?
Utilizzando Crediti di carbonio di origine forestale ai prezzi attuali il costo annuale può variare dai 200.000 euro (REDD+ di bassa qualità e alto Vintage) ai 600.000 euro (ARR)
Scenario 2: investimento in un progetto forestale
E’ possibile investire in un progetto REDD+ (preservazione) o ARR (riforestazione). I progetti REDD+ sono ad alto rendimento economico. Sono stati oggetto di critiche, sopratutto i progetti più vecchi sviluppati cn protocolli superati. I protocolli in uso per i nuovi progetti sono stati modificati profondamente e sono al riparo dalle critiche. I progetti ARR sono meno numerosi e sono caratterizzati da costi iniziali importanti (la riforestazione) che ritardano il break even del progetto. Inoltre è difficile convincere un proprietario terriero ubicato in zone adatte ad avere una riforestazione che produce una quantità di biomasssa annuale (che corrisponde alla quantità di CO₂ catturata) remunerativa (15 tCO₂e/anno/Ha) a riforestare un’area (grassland) utilizzabile per usi agricoli altrimenti remunerativi se non con una remunerazione del terreno che va a gravare pesantemente sul progetto.
Si propone un progetto REDD+
Quale estensione deve avere un progetto di conservazione forestale (REDD+) per produrre 25.000 tCO₂e/anno ipotizzando una produzione di 9 tCO₂e/anno/Ha ?
Per calcolare l’estensione richiesta di un progetto di riforestazione affinché produca una determinata quantità di tCO₂e all’anno, possiamo utilizzare una formula semplice:
Pertanto, un progetto di conservazione forestale (REDD+) dovrebbe estendersi per circa 2.777 ettari per produrre 25.000 tCO₂e all’anno, ipotizzando una produzione di 9 tCO₂e all’anno per ettaro.
Questo si traduce in un investimento di circa 1 milione di euro
una resa annua in VCU 250,000 euro (ipotizzando un costo unitario VCU di 10 euro) per 12 anni.
Il progetto può essere rinnovato alla scadenza sostenendo il solo costo di rinnovo del progetto presso Verra.
I dati sono dedotti da un progetto in sviluppo di dimensioni più grande di 5 volte (11.090 Ha) il cui Asking Price è circa 3,2 milioni. La resa di 9 tCO₂e/anno/Ha + molto alta. Normalmente è 6 tCO₂e/anno/Ha.
Scenario 3: investimento in impianti fotovoltaici
La redditività degli impianti di energia rinnovabile in Brasile è molto alta per diversi motivi:
- Le condizioni climatiche brasiliane sono ottimali: sole – vento.
- Nextron beneficia del fatto di essere una azienda privata in un contesto di mercato dominato da aziende pubbliche monopoliste fino all’introduzione della Legge Federale Brasiliana 14.300. Questa legge ha inaugurato il Sistema di Compensazione dell’Energia Elettrica (SCEE), fornendo un quadro legale per la microgenerazione e minigenerazione distribuite nel paese. I prezzi di mercato dell’energia sono molto favorevoli a Nextron ed agli investimenti, dovuti all’inefficienza dei competitor tradizionali.
Se produco energia rinnovabile internamente all'azienda si può considerare "mancata emissione" ed essere classificata scope 1 e quindi compensare l'utilizzo di carburanti per auto-trazione?
Se un’azienda produce energia rinnovabile internamente (ad esempio, tramite pannelli solari installati sul tetto) e utilizza questa energia per alimentare le proprie operazioni, effettivamente si tratta di una “mancata emissione” rispetto all’utilizzo di energia proveniente da fonti fossili. Inoltre, poiché l’energia è generata, le relative emissioni (o mancate emissioni) possono essere classificate come Scope 1.
Tuttavia, quando parliamo di compensare emissioni dello Scope 1, come quelle provenienti dall’utilizzo di carburanti per auto-trazione, con la produzione interna di energia rinnovabile, entriamo in una zona grigia. Idealmente, per compensare le emissioni dello Scope 1, si dovrebbero ridurre direttamente quelle emissioni, ad esempio sostituendo i veicoli alimentati a combustibili fossili con veicoli elettrici o a idrogeno.
La registrazione dell’energia rinnovabile prodotta all’estero nel bilancio di sostenibilità di una società con sede in Italia può essere una questione complessa e potrebbe essere influenzata da vari fattori, inclusi gli standard di reporting di sostenibilità seguiti, le leggi e le regolamentazioni locali, e le specifiche circostanze operative dell’azienda.
Se, per motivi tecnici o operativi, queste emissioni non possono essere ridotte, produrre energia rinnovabile internamente può effettivamente contribuire a migliorare il profilo complessivo di sostenibilità dell’azienda e a ridurre l’impatto ambientale complessivo. Questa produzione interna di energia rinnovabile può compensare indirettamente le emissioni dello Scope 1, ma non è una compensazione diretta in termini di protocolli GHG standard.
Nella pratica, molte aziende adottano un approccio combinato: riducono le emissioni laddove è possibile e compensano le emissioni irriducibili attraverso vari meccanismi, tra cui la produzione di energia rinnovabile e l’acquisto di crediti di carbonio.
In sintesi, mentre la produzione interna di energia rinnovabile può effettivamente ridurre l’impronta di carbonio complessiva dell’azienda e compensare indirettamente le emissioni dello Scope 1, la riduzione diretta delle emissioni dovrebbe rimanere una priorità principale. Se le emissioni dirette dello Scope 1 non possono essere ridotte, la produzione interna di energia rinnovabile è sicuramente un passo nella giusta direzione verso la sostenibilità.
Quanta energia elettrica da fotovoltaico dovrei produrre annualmente per avere una "mancata emissione" di 25.000 tCO₂e?
Per calcolare quanta energia elettrica si dovrebbe produrre con un impianto fotovoltaico per ottenere una “mancata emissione” di 25,000 tCO₂e, dobbiamo considerare due fattori chiave:
- Il fattore di emissione della rete elettrica che stai evitando. Questo varia a seconda della regione geografica e della mix energetico della rete. Ad esempio, in un’area che dipende principalmente dal carbone per la produzione di elettricità, il fattore di emissione sarà molto più alto rispetto a un’area che utilizza principalmente fonti rinnovabili.
- L’efficienza e la produttività del tuo impianto fotovoltaico. Questo dipenderà dalla qualità dei pannelli, dalle condizioni climatiche, dalla durata dell’irraggiamento solare e da altri fattori.
Per semplificare il calcolo, ipotizziamo un valore medio del fattore di emissione. A titolo di esempio, consideriamo che il fattore medio di emissione di una rete elettrica basata principalmente su fonti fossili sia di circa 0,5 kg CO₂/kWh (o 500 g CO₂/kWh). Questo valore può variare notevolmente in base alla tua regione, quindi si dovrebbe trovare il valore specifico italiano.
Usando il valore di 500 gCO₂/kWh:
Quindi, per ottenere una “mancata emissione” di 25,000 tCO₂e, si dovrebbero produrre 50 GWh di energia elettrica in un anno attraverso impianto fotovoltaico, assumendo un fattore di emissione di 500 gCO₂/kWh.
Che potenza di impianto serve per produrre 50GWh all'anno con i dati forniti da Nextron e l'investimento corrispondente?
Con i dati forniti da Nextron serve un impianto caratterizzato da:
- 32 MWp di potenza
- investimento di 27 milioni di euro
- ricavo annuale di 8 milioni di euro / ritorno annuale del 24%
- Break Even a 4,5 anni.
Quanto gasolio per auto-trazione produce 16.500 tCO₂e?
Possiamo seguire i passaggi seguenti:
- Identificare il fattore di emissione del gasolio: Il gasolio emette circa 2,68 kg di CO₂ per litro bruciato. Questa cifra può variare leggermente a seconda delle specifiche miscele e delle fonti di dati, ma è una stima generalmente accettata.
- Calcolare la quantità di gasolio necessaria: Per calcolare quanti litri di gasolio sono necessari per produrre 16.500 tonnellate (o 16.500.000 kg) di CO₂, si divide il totale delle emissioni per il fattore di emissione del gasolio:
Quindi, si stima che siano necessari circa 6.156.716 litri di gasolio per produrre un Carbon Footprint di 16.500 tCO₂ eq, assumendo che tutto il Carbon Footprint derivi unicamente dalla combustione del gasolio in camioncini di piccola dimensione.
Tuttavia, è importante notare che questa è una stima semplificata. In realtà, i fattori di emissione possono variare in base a numerosi fattori, come l’efficienza del motore, le condizioni di manutenzione del veicolo, il tipo di percorso (urbano vs. extraurbano), tra gli altri. Pertanto, per una stima più precisa, potrebbe essere necessario considerare dati e fattori specifici relativi alla flotta in questione.
Si stima che il costo aziendale della spesa per acquisto di gasolio sia nell’ordine di 6 milioni di litri X 1,8 €/lt = 10,8 € milioni.
Quindi investendo in un impianto “Carbon Neutral”
di 50GWh in 4,5 anni si va a ridurre
il costo per auto-trazione aziendale dell’80%.
Conclusioni
L’investimento di IVS in crediti di carbonio, progetti forestali e energia fotovoltaica rappresenta un impegno concreto verso la sostenibilità. Rispetto al fatturato aziendale, i costi associati a queste iniziative di sostenibilità sono relativamente contenuti, ma portano benefici significativi:
- Riduzione dell’Impronta di Carbonio:
Contribuisce attivamente alla lotta contro il cambiamento climatico. - Autosufficienza Energetica e Riduzione dei Costi
Riduce la dipendenza da fornitori esterni, mitigando i rischi delle fluttuazioni dei prezzi dell’energia. - Valorizzazione del Brand e Differenziazione di Mercato
Differenzia IVS nel mercato, attrayendo clienti eco-consapevoli e migliorando la reputazione aziendale. - Conformità Normativa e Accesso a Incentivi:
Posiziona IVS favorevolmente rispetto alle future normative ambientali e permette l’accesso a incentivi per le energie rinnovabili.i. - Investimenti Futuri e Crescita Sostenibile:
Le iniziative verdi possono guidare la crescita futura e l’innovazione sostenibile. - Engagement degli Stakeholder:
Gli stakeholder, inclusi i clienti, i fornitori e gli investitori, stanno diventando sempre più attenti alle pratiche sostenibili. L’impegno di IVS in queste iniziative può migliorare la percezione dell’azienda nel suo complesso.
In sintesi, l’investimento in sostenibilità, pur essendo contenuto rispetto al fatturato globale, posiziona IVS come un leader responsabile nel settore, con benefici a lungo termine sia dal punto di vista finanziario che reputazionale.