Sala stampa del Parlamento europeo:
Il Parlamento europeo ha recentemente compiuto passi avanti per rafforzare i diritti dei consumatori e garantire la trasparenza nella pubblicità dei prodotti. È stato raggiunto un accordo per aggiornare e ampliare l’attuale elenco di pratiche commerciali vietate dell’UE, che affronterà le questioni prevalenti legate al greenwashing e all’usura precoce dei prodotti.
Ecco cosa c’è da sapere sugli ultimi sviluppi:
Pratiche vietate:
- Utilizzo di termini ambientali vaghi come “eco”, “naturale”, “biodegradabile”, senza prove concrete di eccellenti prestazioni ambientali.
- Commercializzare prodotti progettati con una caratteristica che ne riduce la durata di vita senza fornire informazioni pertinenti su tali caratteristiche.
- Asserire che un prodotto ha un impatto ambientale neutro o positivo sulla base di schemi di compensazione delle emissioni.
- Promuovere marchi di sostenibilità non supportati da certificazioni approvate o da autorità pubbliche.
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Biljana Borzan ha commentato i recenti sviluppi: “Stiamo aprendo la strada ai consumatori per fare scelte informate. Dal richiamo alle garanzie legali in ogni negozio dell’UE e su alcune confezioni a una nuova etichetta che indica garanzie estese, l’UE sta dando priorità alla durata e alla trasparenza. La serie di vaghe dichiarazioni ambientali dovrà ora essere supportata e le dichiarazioni di compensazione delle emissioni saranno rigorosamente vietate”.
Cosa c’è dopo?
Prima di diventare una normativa ufficiale, l’accordo provvisorio dovrà essere approvato sia dal Parlamento che dal Consiglio. Il voto degli eurodeputati è previsto per novembre. Una volta ratificato, gli Stati membri avranno due anni di tempo per integrare le nuove norme nella legislazione nazionale.
Con queste iniziative, l’Unione Europea compie passi significativi verso la protezione dei consumatori da pratiche ingannevoli e li mette in condizione di avere maggiori informazioni sui prodotti.
Commento di OxygenSavesthePlanet:
Se da un lato accogliamo con entusiasmo la posizione del Parlamento europeo sul greenwashing e l’enfasi sulla durata dei prodotti, dall’altro siamo un po’ preoccupati per l’eliminazione totale dei progetti di compensazione delle emissioni di carbonio. Non tutte le iniziative di compensazione delle emissioni di anidride carbonica sono uguali e un divieto generalizzato potrebbe non tenere conto del valore potenziale di alcune iniziative veramente efficaci.
I progetti ARR (Afforestazione, Riforestazione e Rivegetazione), ad esempio, sono promettenti e possono fare passi avanti significativi nel sequestro del carbonio e nel ripristino dei nostri ecosistemi. La chiave sta in un monitoraggio rigoroso, che garantisca che questi progetti mantengano le loro promesse e contestualizzino il loro impatto sui prodotti in modo completo.
Tuttavia, sebbene queste iniziative siano essenziali, non dovremmo perdere di vista il quadro generale. È urgente affrontare le emissioni che non possono essere ridotte immediatamente. Ciò include la reimmaginazione dei processi produttivi e la gestione dell’inquinamento derivante dalla logistica. Si tratta di un problema dalle molteplici sfaccettature e, pur sostenendo l’approccio proattivo dell’UE, dobbiamo assicurarci di non mettere da parte strumenti preziosi nella più ampia lotta al cambiamento climatico.
Source: EU Press Room